ChicaVQ 3.1

 

Eppure promettevo bene 2 Marzo 2005

Filed under: CasaVQ — chicavq @ 19:02

Quando ero piccola andavo molto in bicicletta. La nostra casa aveva un cortiletto minuscolo, incastrato tra la chiesa e il Conservatorio, e in effetti nelle sere di primavera era molto bello, che si poteva beneficiare di una variegata colonna sonora. In ordine di apparizione c’erano:
1) le rondini, che non so se avete presente ma quando sono davvero tante mettono su un casino della madonna;
2) le prove degli studenti del Conservatorio, nella gamma completa dall’arpa allo xilofono;
3) gli strilli dei ragazzini che giocavano nel cortile dell’oratorio;
4) le campane del vespro, amen.
Special guest: le urla belluine della Giulia, sdentatissima ottuagenaria portinaia della chiesa.

[Ora non è che so spiegarvi bene perché la chiesa avesse una portineria, e in effetti tecnicamente non ce l’aveva; è che accanto a questa chiesa, che è anche molto grande e molto bella e io sono stata molto contenta di aver fatto lì dentro la comunione e la cresima, per non parlare dell’emozione di quando il don ci ha lavato i piedi, vabè ma dicevo, accanto alla chiesa c’era questo palazzo che in una concezione più modesta viene generalmente
definito canonica]. Insomma dicevo della Giulia, che tra l’accento triestino e la mancanza di denti io non capivo mai cosa dicesse e mi faceva anche un po’ paura, che ogni tanto biascicava qualcosa e poi se ne usciva con una risata sguaiata che io me le immaginavo proprio così le risate delle streghe. Tra parentesi ritengo la Giulia direttamente responsabile della scomparsa di Oscar, inoffensivo e indifeso gattino la cui colpa era probabilmente quella di essere tutto bianco, che si sa che le streghe si accompagnano ai gatti neri. Questo per dire che non è che la vicinanza alla chiesa (o alla Chiesa) renda per forza le persone migliori.
Comunque in mezzo a tutto questo io prendevo la mia bicicletta (che era molto bellina, anche, tutta rossa e con la sella bianca e con un campanello dal trillo perforante che aveva un effetto pernicioso sui nervi della Giulia) e giravo ossessivamente in tondo nel cortiletto. Ma per ore, eh. E alla fine mi buttavo per terra facendo una discreta imitazione dell’uomo vitruviano e guardavo i palazzi che giiiiravano tuuuutto attoooorno. Devo aver schivato per un pelo la labirintite. Poi però a volte mi avventuravo anche nel mondo, con la mia bici. Responsabile di queste sortite era mio fratello, che una volta ha tentato di farmi fuori. No, è che venivamo giù dai Bastioni come due lippe (vabè, una lippa e una lippetta) e in porta Venezia c’è un incrocio della stramadonna e stava diventando rosso ma noi ormai
avevamo troppo slancio (cioè, lui ce l’aveva) e siamo passati col rosso pieno. O almeno. Io sono passata col rosso pieno. Mi ricordo un sacco di fari e un sacco di clacson. E che mio fratello non mi ha nemmeno comprato un gelato per curarmi dallo spavento. Poi qualche anno dopo ci ha riprovato, ad eliminarmi, portandomi in gita a San Colombano al Lambro, che c’è la festa del paese vado a fare un giro, che io ora non so quanti chilometri siano ma secondo me sono tanti, ma proprio tanti, e mi ricordo che la sera al ritorno avevo le visioni mistiche e piangevo per la stanchezza e la rabbia e il nervoso. Da allora i miei rapporti con i mezzi di locomozione non motorizzati sono cordiali ma distaccati.
Il che non rende meno dolorosa la scoperta, arrivando in stazione, che mi hanno fregato la bici.
Bastardi.

 

3 Comments for this post

 
Fiandri Says:

Ottimo il racconto, meno ottimo quello che ti ha fregato la bici. Che comunque per per cade e si sbuccia le ginocchia, come minimo.

 
M.B. Says:

Ma va’, mica era la portineria, quella. Era la casa del prete, e la Giulia era la sua perpetua (sua del prete, non della casa; anche perchè il concetto di “perpetua della casa” non esiste). La perpetua non è la moglie del prete, perchè i preti non si possono sposare, ma è la sua ex amante che ormai è diventata vecchia e allora viene buona solo per fare le pulizie e da mangiare. Io almeno ho sempre pensato così.

 
alessandro Says:

Accidenti, questo si che mi riporta indietro. Almeno di 25 primavere almeno. Sigh…le rondini non ci sono piu’, sono tornatoa casa mia l`estate scorsa, il pino enorme della stazione e’ cascato anni fa lo so ma speravo lo rimpiazzassero, ma le rondini se ne sono andate quasi tutte. Quando ne sento una garrire chiudo gli occhi ed e’ come rivederle tutte, il cielo azzurro da morirci dentro e l`aria tiepida del pomeriggio che finisce. Mi ricordo che mia sorella ascoltava sempre roba tipo Mozart, Beethoven e soci, il vecchio giradischi pompava sino algiardino. Grazie per averlo detto. Lo sai che le foto mi pioacciono ? Brava. – Alex

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