Degli addii e della loro sostanziale vacuità 13 Settembre 2004
Bello, mi piace, un titolo importante per un post che non vuole dire assolutamente una fava. Mi sono aggiornata sulla blognovela e ho solo una cosa da dire: sticazzi. Però sì, ecco, c’è una cosa. Su questo blog potrete trovare, in esclusiva, l’ultimo commento di Kiki, che non ho gli effetti sonori se no ci farei gli squilli di trombe, ci farei.
voglio rilasciare la mia ultima dichiarazione da blogger qui
“Rilasciare la mia ultima dichiarazione da blogger” è meravigliosa.
Meravigliosa, non saprei come altro descriverla.
una comunità di presunti scrittori, questa, con grandi fette di prosciutto sopra gli occhi, per non dirla in modo peggiore
Qui c’ha un po’ ragione, brutti presunti scrittori fessi che non siete altro.
perchè tra tutti quelli che raccontano, io ho raccontato qualcosa di più simile a quello che vi piaceva credere e più lontano dalle vostre fantasie attuali.
Io però non ho capito la frase.
siete fuorviati dalla vostra mancanza di fiducia l’uno nell’altro.
Ah beh, io del Finestraio mica mi fido, infatti.
io non ho mai chiesto di diventare una “blogstar”, perchè sapevo di andare incontro a QUESTO. e ora che è successo tutto mi è crollato addosso.
Il successo ha un prezzo, baby. Rifiutalo, e scegli di essere una perdente come me. Oh yeah.
e adesso non inventatevi altro, non voglio essere carne da macello per i vostri post accusatori.
Mi viene un dubbio. Piccolo, eh. Ma non è che, così, per dire, non è che ci si prende quel filino di troppo sul serio?
solo in questo ho ritrovato l’affetto che mi faceva amare scrivere un blog. il motivo per cui non l’ho mai reso privato o invisibile: voi, i miei lettori.
Qui sembra un po’ Evita Peròn. Don’t cry for me blogopalla.
Che in ogni caso la cosa più stupida sono le discussioni sociologiche scaturite dalla vicenda, anche se poi sono sempre le stesse che si ripropongono ciclicamente. Un blog che chiude e tutti a interrogarsi sulla blogosfera che sta implodendo, sul fatto che sta finendo un’era e i blog non sono più quelli di una volta. E comunque con l’euro i prezzi sono raddoppiati, signora mia. E uno stipendio non basta più a niente.
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