Lui, mica è sceso. 4 Luglio 2004
Non è che mi piace, Baricco. Cioè, non mi piace proprio. Non mi piace, tranne. Tranne Novecento, che invece sì. Ci ho pensato perchè stasera in tv c’era La leggenda del pianista sull’oceano, che anche se non me l’hanno fatto vedere mi è venuto in mente che l’avevo già visto e non mi era piaciuto, tranne. Tranne Tim Roth, che è un Novecento quasi perfetto. E nel film, lunghissimo nonostante il libro sia tanto breve, sono riusciti a mettere tutto quello che c’era e anche qualcosa che non c’era, tranne. Tranne la parte più bella, quella che da’ un senso a tutta la storia. La storia di uno che vorrebbe, forse, una vita diversa ma non è capace di viverla. Cioè la storia di tutti quanti noi, sì, lo so. In effetti non è molto originale. Però Novecento ha trovato la soluzione. E senza psicanalisi ne’ Prozac.
Io, che non ero stato capace di scendere da questa nave, per salvarmi sono sceso dalla mia vita. Gradino dopo gradino. E ogni gradino era un desiderio. Per ogni passo, un desiderio a cui dicevo addio. Non sono pazzo, fratello. Non siamo pazzi quando troviamo il sistema per salvarci. Siamo astuti come animali affamati. Non c’entra la pazzia. E’ genio, quello. E’ geometria. Perfezione. I desideri stavano strappandomi l’anima. Potevo viverli, ma non ci sono riuscito. Allora li ho incantati. E a uno a uno li ho lasciati dietro di me.
(…)
E’ un lavoro di cesello. Ho disarmato l’infelicità. Ho sfilato via la mia vita dai miei desideri. Se tu potessi risalire il mio cammino, li troveresti uno dopo l’altro, incantati, immobili, fermati lì per sempre a segnare la rotta di questo viaggio strano che a nessuno mai ho raccontato se non a te.
Vabè, io provo con i Fiori di Bach.
Leave a Reply