Aveva ragione Battisti 7 Maggio 2004
Sintetizzando, le storie finiscono per colpa delle troppe aspettative. Si incontra un essere umano decente, si inizia a frequentarlo, ci si innamora, si forma una qualche sorta di sodalizio stabile e pian piano ci si riversa addosso l’un l’altro tali e tante aspettative da restarne schiacciati. E’ poco realistico. E’ molto poco realistico aspettarsi che una persona possa soddisfare tutti i nostri bisogni e, per di più, nell’esatto momento in cui noi decidiamo quale bisogno vogliamo che sia soddisfatto. E’ un’idea destinata a naufragare miseramente. Quindi l’assunto è semplice: una persona sola non basta. Solo per il sesso a me ne servono tre: uno per farci le porcate più indecenti, uno per la passione sfrenata e un altro per il sesso tenero e dolce. Quattro, quattro!! Me ne serve anche uno che mi soddisfi senza chiedere nulla in cambio per i momenti in cui non ho voglia di sbattermi (ah ah) troppo. Poi me ne serve uno che mi conosca benissimo e sappia darmi i consigli giusti al momento giusto. Uno che non mi conosca affatto da affascinare con il mio mistero. Uno con idee e valori e ideali uguali ai miei, per discutere ore e ore trovandoci così assolutamente intelligenti. Uno con idee e valori e ideali opposti ai miei, per litigare furiosamente e cercare di convincerci reciprocamente con la nostra sublime dialettica. Un romantico che mi riempia di tulipani e bigliettini teneri. Un Steve McQueen un po’ freddo da far capitolare. Un sognatore con cui discutere per ore e ore dei massimi sistemi. Un pragmatico che mi ricordi di pagare le bollette. Uno che mi prepari la cena. Uno con cui andare in vacanza nel sud della Francia, girando senza una meta, guidando a turno e facendo testa o croce per la musica da sentire in macchina. Uno che mi porti in un albergo a 5 stelle alle Barbados.Uno con cui vedere tutti i Van Gogh del mondo. Uno che mi porti a vedere oscure retrospettive di film bielorussi sottotilati in coreano e che non batta ciglio quando mi addormento e gli sbavetto sulla spalla. Uno con cui andare allo stadio. Uno che sappia fare il Grattino Perfetto e non si stanchi di farlo per ore e ore (e ore). Uno che la domenica mattina mi trascini fuori di casa per fare lunghi giri in bici, finendo in un bar a fare colazione e leggere i giornali. Uno che abbia sempre le sigarette quando io le finisco. Uno che mi sponsorizzi per smettere di fumare. Uno che si offra volontario per portare giù il cane a mezzanotte. Uno che mi regali un cane. Uno che non si lamenti se voglio stare tre sere di seguito divanata sotto il plaid di pile. Uno con cui andare a folleggiare tre sere di seguito e che non si schifi a tenermi indietro i capelli mentre vomito. Uno che abbia un’enorme famiglia felice che mi adotti. Uno che sia figlio unico figlio di figli unici con cui vivere in dorata solitudine. Insomma Battisti aveva capito tutto, con le sue dieci ragazze. Era stato anche morigerato. Però fingeva, quindi non vale.
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