ChicaVQ 3.1

 

E non lo dico mica io 14 Agosto 2003

Filed under: Sento cose — chicavq @ 14:29

Oggi su Repubblica c’é un bellissimo articolo di Umberto Galimberti che mi ha molto colpito. Molto, molto colpito.

“(…) Dipendiamo dagli altri e perció siamo portati a costruirli nei termini più stabili e conoscibili possibili, perché solo mantenendo al minimo la passione, il desiderio, l’entusiasmo, l’idealizzazione, minimizziamo la delusione e la rabbia, fino al punto di rimuovere selettivamente le qualità davvero reali e desiderabili dell’altro che un tempo avevano infiammato la nostra passione. Questa é l’oggettività. Una difesa dalla delusione.(…) Il nostro desiderio di sicurezza e la nostra sete di passione ci spingono in direzioni opposte. Qualsiasi eccitazione idealizzante mette l’amante in pericolo. L’idealizzazione puó non essere ricambiata, l’amore puó non essere corrisposto. E allora si troncano gli amori sul nascere, non perché l’idealizzazione viene meno a contatto con la realtà e la familiarità, ma per non dipendere da una idealizzazione appassionata che puó mettere a rischio la sicurezza e la prevedibilità di cui in una relazione sentiamo il bisogno.
(…) Le caratteristiche adorate dell’altra persona possono anche non essere illusorie, ma siccome perdere chi é *unico al mondo* é molto più doloroso che perdere uno qualsiasi, dall’idealizzazione di solito ci si difende o, come abbiamo visto, troncando la relazione dopo il primo incontro, o aggrappandosi alle imperfezioni e ai difetti del partner per tenere a bada la fascinazione. Meglio spegnere subito una stella o offuscare la sua luce, piuttosto che correre il rischio che quella stella non splenda per noi. Brividi sí, ma brividi sicuri.
(…) Quando cerchiamo di assicurarci una certa stabilità degradando le idealizzazioni, diciamo di noi che siamo più saggi e ne sappiamo di più. Ma non é assolutamente certo che il terreno stabile che cerchiamo con il nostro *sano realismo* sia più reale delle idealizzazioni che incendiano le nostre passioni. In realtà quel terreno é solo selezionato per scopi diversi, di solito di natura difensiva, per evitare la delusione.
(…)Amore non é una condizione passiva, ma una costruzione attiva che trasforma una realtà per sè insignificante in una fascinazione, grazie a quella idealizzazione che l’amore vuole realizzare. Perché amore é innanzitutto creazione e non passiva soddisfazione. Capaci d’amore non sono mai coloro che stanno in attesa dell’incontro della loro vita, ma coloro che lo creano trasformando il reale secondo il proprio ideale.
(…)Attenti dunque al *sano realismo*. Come dice Wallace Stevens esso é l’ultima illusione che costruiamo per difenderci anticipatamente dalla disillusione. Ma in queste regioni, abitate dalla prudenza scambiata per *esame di realtà*, non é dato incontrare le case d’Amore.”


A qualcuno fischieranno le orecchie.

 

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