Parliamo di cose serie. 1 Agosto 2003
(Un altro post su Berlusconi? Sí, un altro post su Berlusconi).
L’Economist ha pubblicato un’ampia inchiesta sul nostro presidente del Consiglio e sulle vicende poco chiare nelle quali é implicato e a causa delle quali é stato istituito il lodo. Un’inchiesta, avete presente? Giornalismo. Sí, sí, i giornalisti sono tutti beceri, loschi figuri alla ricerca dello scoop e disposti a tutto per ottenerlo, quello che vi pare. Resta il fatto che é stata fatta un’inchiesta precisa e circostanziata, e al premier sono state rivolte delle precise domande.
Reazione.
Come se non sapessi che sono stati imbeccati dalla nostra sinistra!”, raccontano sia sbottato Berlusconi, commentando con i fedelissimi la vicenda. “Non riuscendo a battermi con la politica, ci hanno provato con i giudici; non riuscendo a buttarmi giù nemmeno nelle aule dei tribunali, adesso tentano di denigrarmi di fronte all’opinione pubblica internazionale, spargendo ogni sorta di spazzatura grazie a organi di stampa compiacenti e offendendo milioni di italiani per bene”.
E ancora: “Se avessimo un po’ di amor proprio, li manderemmo a quel paese”, condivide Sandro Bondi. “Noi siamo un paese cosí forte delle proprie ragioni, talmente sicuro della propria democrazia, che non dobbiamo lasciarci impressionare da attacchi del genere. Di fronte ad accuse tanto ignobili le forze politiche italiane dovrebbero reagire compatte con la medesima indignazione.
Ora, quello che indigna me é che questi signori abbiano delle reazioni del genere. Si offendono, non capiscono davvero come qualcuno si possa permettere di porre domande scomode che a loro non stanno bene. Esattamente quello che é successo con Schulz all’Europarlamento. Ha provocato? Certo che ha provocato. E ha centrato in pieno il bersaglio, per di più, che é saltato come un giocattolo a molla. E’ che proprio non é concepito, nel nostro bel Paese. Proprio non si é abituati alle domande scomode, alle richieste di spiegazioni che non siano una cortina di fumo condita da sceneggiate piene di vittimismo che servono a distogliere l’attenzione dalle questioni. Abituati alle interviste in ginocchio, ai regali ai giornalisti, alla compiacenza. Asserviti. Molto schifo, sí
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