Summertime 12 Giugno 2003
Quando avevo 14 anni, nel paesino dove andavo tutte le estati in vacanza avevo un ragazzo. Uscivo di casa all’una del pomeriggio, quando tutto il paese riposava dietro le persiane chiuse, l’unico suono era il verso delle cicale e per strada c’erano solo i cani che sonnecchiavano all’ombra. Lui mi aspettava davanti al bar, ci compravamo una lattina gigante di coca cola ghiacciata e facevamo la scarpinata per arrivare al nostro posto, un muretto sotto un ponticello dove ci sedevamo riparandoci dal sole. Stavamo lí ore intere, a parlare, a fare gli scemini e a fare improbabili piani per il futuro. A volte portavo il Dolly appena uscito, gli facevo i test a cui lui si sottoponeva brontolando e gli leggevo le cose buffe. Ho passato una delle estati più dolci della mia vita, sotto quel ponticello, a guardare l’uva maturare giorno dopo giorno nelle vigne lí accanto, e avrei voluto fermare il tempo, perché l’uva che maturava significava l’avvicinarsi di settembre. Una volta ho portato un pennarello indelebile e credo che abbiamo scritto qualcosa di noi su quel muretto, non mi ricordo. Adesso, al posto del campetto incolto che c’era affianco al ponticello, hanno fatto un campo da calcetto.
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