Persiane (che non ho) 10 Giugno 2003
Certe volte la sera apro la finestra e annuso la vita che entra nelle stanze e sconvolge la mia casetta silenziosa. Se sto molto, molto zitta, posso sentire i rumori negli appartamenti vicini, un televisore acceso, un bambino che ride, qualcosa che cade. Dopo un po’ i rumori diventano marginali, si fondono in un rumore unico, un brusio di sottofondo. Allora vado alla finestra e guardo fuori, e mentre la notte e il giorno si attardano a darsi il cambio chiacchierando come due vecchi amici io guardo le luci nelle altre case accendersi ad una ad una, e sbircio pezzetti di vita degli altri; qui un soggiorno, lí una cucina, qualche stanza triste e squallida che mi da’ uno strizzone al cuore, qualche altra allegra e piena di luce calda. Mi chiedo chi sono le persone che vivono in quelle case, come saranno le stanze che non posso vedere, cosa mangeranno quella sera e di cosa hanno paura. Poi mi dico che sono sciocchezze, vengo via dalla finestra e accendo la luce, cosí qualcuno puó immaginare la mia, di vita.
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